di Giovanni Membola per il7 Magazine
Con l’inizio dell’anno scolastico riparte puntuale la corsa frenetica per ordinare e ritirare testi e materiali per l’istruzione. Le file all’ingresso delle cartolibrerie di scolari e genitori con in mano le cedole dei volumi da richiedere, fanno tornare in mente, almeno a chi ha superato i quarant’anni, quanto accadeva regolarmente nei primi giorni di ottobre davanti la Cartolibraria Trinchera, il negozio attivo dalla metà del secolo scorso su Corso Roma. Chi ci andava conserva vive le sensazioni trasmesse dal quel “profumo di cartoleria” che si percepiva appena entrati nel locale, il piacevole odore della carta, del legno e della grafite delle matite, per non parlare della straordinaria fragranza delle morbide gomme dalle forme più varie, oltre ai variopinti articoli esposti all’interno e in vetrina. Era una tentazione continua, a cui difficilmente si riusciva a resistere.
Prima di intraprendere l’attività in proprio nella metà degli anni Cinquanta, Francesco Trinchera aveva maturato una lunga esperienza nell’antica cartoleria-libreria di Simeone Lisco, dove si commerciavano anche cartoline e materiale fotografico. Il piccolo Ciccio, com’era conosciuto dalla gente, lo si vede in una suggestiva foto in bianco e nero davanti all’ingresso del prestigioso negozio insieme ad altri suoi coetanei, nel tipico abbigliamento della generazione di quell’epoca. Poteva dirsi miracolato quando venne estratto vivo e illeso da sotto le macerie di quella che era stata la sua abitazione in via Cittadella, completamente distrutta durante uno dei tanti bombardamenti aerei subiti nel novembre 1941. Fortunatamente si salvarono anche gli altri componenti della famiglia, tra cui il fratello Antonio, l’ex sarto che nel 1962 decise di aprire una libreria sempre su Corso Roma, quasi in corrispondenza con via Conserva. Antonio morì prematuramente cinque anni dopo, la sua attività venne gestita dal fratello per qualche tempo, prima di cessare definitivamente ed essere aggregata alla principale.
Nel ’68 divenne necessario ampliare l’area di vendita e di stoccaggio, si decise quindi di trasferire il negozio poco oltre, dal civico 52 (dove ora c’è una nota pizzeria-food) al 21 sempre su Corso Roma, in un luogo decisamente più largo e comodo. L’esercizio si sviluppava su due locali adiacenti: l’ampia sala del punto vendita al dettaglio era contraddistinta da un lungo bancone a staffa che ne copriva quasi interamente i tre lati, con alle spalle l’alta libreria e la scaffalatura, dove erano disposti solo alcuni dei tanti materiali disponibili. Due accessi laterali lo collegavano al retrobottega, ovvero al deposito e magazzino riservato esclusivamente ai clienti all’ingrosso, con ingresso da Piazza Anime. Complessivamente ci lavoravano più di quindici persone tra amministrativi, commessi e magazzinieri, a coordinare il lavoro c’era Roberto Trinchera, nipote del fondatore e factotum dell’esercizio commerciale, che per oltre venticinque anni ha cercato di risolvere ogni problema pratico dandosi tanto da fare nell’organizzare il lavoro e le numerose forniture, mettendosi spesso a disposizione anche per le consegne. “Lo facevo molto volentieri – ricorda – soprattutto quando dovevo utilizzare il lungo triciclo provvisto di cassone anteriore, parecchio in voga in quegli anni per trasportare la cancellaria ordinata ai vari uffici, enti, caserme e istituti scolastici della città. Era divertente ma allo stesso tempo faticoso, soprattutto quando si dovevano salire a piedi le scale dei vari edifici, carichi di scatoloni pesanti da recapitare ai piani superiori”. Per le consegne più consistenti e per raggiungere i paesi della provincia, di solito si utilizzava l’Ape o il furgone aziendale, “i pacchi dei libri scolastici venivano preparati singolarmente, uno per studente, in alcuni casi la consegna si effettuava direttamente alle scuole una volta che tutto era stato sistemato con estrema attenzione”.
Era una vera e propria impresa famigliare, hanno collaborato per un certo periodo pure Carla, sorella di Roberto, e il loro zio Angelo (Lillino), impiegato statale che nel tempo libero si metteva a disposizione del fratello Francesco per ordinare ogni cosa, con precisione maniacale, compresi i registri della contabilità. Le richieste erano tante e il tempo sembrava non bastare mai, fu indispensabile ad un certo punto prendere altri tre depositi nel centro cittadino e aprire due succursali per la vendita diretta al pubblico. La prima venne inaugurata al rione Commenda nei primi anni ’70, era al piano terra del Palazzo Travaglini, su viale Liguria (oggi Aldo Moro) ad intersezione con via Savio, poi trasferita di fronte e poco più avanti, nello stabile ad angolo con via Umbria. L’altra filiale fu avviata a Ostuni circa dieci anni dopo, ma non ebbe lo stesso successo.
Nel frattempo, Trinchera insieme a tutti gli altri venditori di libri scolastici della città (Colucci, Pescara, Casa dello Scolaro di Antonio Vallo e anche la libreria Piazzo), avevano deciso di dare vita alla Cooperativa Brundisium, aprendo una sede in via Tor Pisana. Lo scopo era quello di andare incontro al numero sempre maggiore di esigenze ed offrire un servizio migliore a tutta la cittadinanza.
Il negozio di cartolibreria di Corso Roma era una sorta di “boutique” del settore, il posto giusto dove si poteva trovare un’ampia gamma di prodotti dallo standard qualitativo sempre elevato, appartenenti alle migliori marche della categoria. Oltre ai libri per le scuole materne, elementari, medie e superiori, c’era una vasta scelta di quaderni dalle copertine arricchite da sfavillanti immagini, vocabolari, diari, zaini, colla, astucci a più scomparti e tantissimi set di matite, pennarelli e pastelli dai colori arcobaleno. Ed ancora accessori per il disegno tecnico come squadre, righelli, cartoncini, fogli lisci e ruvidi, compassi di ogni tipo, agende e persino le indimenticate cinghie portalibri, ormai del tutto scomparse. Non mancavano le raffinate penne stilografiche, la carta da lettera preziosa, mappamondi semplici o retroilluminati e svariate proposte di piccola pelletteria come borse, cartelle e portadocumenti.
Delle instancabili commesse che si muovevano freneticamente tutto il giorno dietro il bancone, sono rimaste impresse nella memoria di tanti clienti le signore Flora e Anna Legittimo, le due sorelle, infatti, oltre ad essere sempre gentili e disponibili, con la loro bellezza ed eleganza hanno conquistato intere generazioni di brindisini. Anche alcuni operatori del magazzino si sono distinti per il tenace impegno e la condotta esemplare, in particolare Pino Bove e Rino Membola, da tutti riconosciuti come un valido riferimento di professionalità ed esperienza. Rino è praticamente cresciuto all’interno della cartolibreria, ha cominciato a collaborare sin da adolescente, per poi aprire un negozio tutto suo in provincia, ripercorrendo l’esperienza del suo ex titolare. Altri efficienti collaboratori sono stati Marcello Papa e Antonio Di Bello, quest’ultimo conduce una cartoleria di proprietà davvero ben avviata.
Tra tutti i numerosi clienti all’ingrosso che costantemente si recavano in piazza Anime per ritirare gli articoli ordinati, emerge il ricordo del simpaticissimo “Mago” Fumarola, titolare di un esercizio a San Vito dei Normanni: “ogni volta che veniva nel nostro magazzino ci deliziava con i suoi ‘spettacolini’ e giochi di prestigio improvvisati solo per noi” racconta ancora divertito Roberto Trinchera. Tante sono le reminiscenze di quegli anni, come l’immancabile rituale del sabato pomeriggio, quando il negozio era chiuso al pubblico ma si lavorava all’interno per organizzare e rimpiazzare la merce venduta. “Don Ciccio”, al solito orario, ordinava al Bar Olympia i gelati che offriva a tutti i suoi collaboratori, era un momento di sana allegria per chiudere la settimana lavorativa. In altre occasioni ha persino organizzato brevi gite per visite culturali, un modo per mantenere un clima positivo e familiare tra colleghi.
Probabilmente alcune scelte poco ponderate e le difficoltà del settore portarono alla chiusura dell’amata cartolibreria nel 1990. Per tanti sembra ieri, eppure sono trascorsi più di trent’anni. Ma le emozioni e il fascino di questo piccolo mondo restano ben custodite nel ricordo collettivo, insieme ad un grosso carico di nostalgia.