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“Prima di passare alla gloria meglio passare alla cassa”: ritratto di Lucio Presta, procuratore, imprenditore, produttore tv

(Luigi Mascheroni – il Giornale) – Lucio Presta – the dark side of the stars, il manager in ombra dei divi più sovraesposti – è come un personaggio sorrentiniano della Grande bellezza. «In questo Paese per farsi prendere sul serio bisogna prendersi molto sul serio». E lui si Presta perfettamente alla definizione. Definizione di Lucio Presta: procuratore, imprenditore, produttore tv.

È, o è stato, l’agente, in ordine di cachet, di Benigni, Bonolis, Amadeus, Gianni Morandi, Antonella Clerici (se vuole, mandando tre WhatsApp, può farsi un Sanremo dal vivo in taverna), Venier, Cuccarini, Belén, Teo Mammucari, Ezio Greggio, Michele Santoro, Simona Ventura, Federica Panicucci, Rita Dalla Chiesa, Stefano De Martino, la Palombelli (!), la moglie Paola Perego… Ma Lucio Presta – definizione per definizione – è anche un Pippo Baudo all’ennesima Cosenza – calabresissimo, 63 anni, anelli, riccioli e turdilli perché come Baudo – così dice li ha fatti e li ha distrutti tutti lui. «Questo l’ho inventato io!».

Eppure come agente, alla destra di Beppe Caschetto, col quale spartisce la torta degli ascolti e la crème dei teledivi, è bravissimo. Il suo talento è saper riconoscere quello degli altri. Cinico, spiccio, schivo (ma malato di Twitter), vendicativo («Se uno vuole fare a pezzi un mio artista deve pensarci bene perché se lui oggi fa male a me, io domani posso fare male a lui. Voglio che rifletta»), facilmente irritabile (da cui il soprannome «Brucio Presta»), pragmatico – da cui la legge economica che regola la sua idea di televisione «Prima di passare alla gloria meglio passare alla cassa» – Presta è altrettanto bravissimo a insinuare il sospetto che se in Rai cambia l’Ad, è perché dietro c’è la sua zampa; se uno viene nominato Ceo delle Olimpiadi Milano-Cortina si intesta l’incarico, e se poi la stessa persona viene giubilata ti fa intendere che è stato lui a cambiare le carte; e se adesso il marito della Meloni fa un talk show su Rete 4 qualcuno dice che Presta ha già provato ad attribuirsi il merito… Eccellente uomo di relazioni – la moglie lo chiama «Wolf», perché tutti si rivolgono a lui per risolvere i problemi – è però negato per la politica.

Anni fa a Cosenza si candidò a sindaco, appoggiato dai renziani, ma poi capì che non era aria, e lasciò perdere. Vincente, consigliere, spin doctor. Lucio Presta è un po’ il Richelieu di Matteo Renzi (però il terribile documentario «Firenze secondo me» non è andato molto bene, e neanche secondo i vertici del canale Nove), e un po’ Mangiafuoco dei burattini dello star system: crea miti, organizza vite e carriere (pacchetto completo), architetta palinsesti, fa e disfa gli artisti, i programmi, le fasce orarie, determina – soprattutto – lo share.

Se non fosse per lui – da Bonolis alla Clerici, da Morandi a Amadues quater, quinquies, sexies… – Sanremo sarebbe solo una ridente cittadina della riviera ligure. Uomo del Sud che ha trovato il suo nord seguendo il movimento delle stelle televisive, una vita da pendolare fra LucioRai e MediaPrest, da Viale Mazzini a Cologno Monzese con un formidabile equilibrismo e un’innegabile abilità nell’antica arte del baratto – Io ti do Roberto, tu mi dai il prime time, io ti presto Paolo e tu ti tieni anche Paola – Lucius Augustus Presta, Imperatore di Tivulandia, si accontenta di un 12-15 per cento.

Lucio Presta crede in due cose. Le querele, che adora. E l’amicizia: da calabro, per gli amici è pronto a tutto. In particolare a giurartela. Amici (ex amici…) con i quali Lucio Presta, uomo di percentuali e contratti, ha conti in sospeso. Massimo Giletti: parlò male del reality La talpa, condotto da sua moglie, Paola Perego (finì a sputi e denunce). Aldo Grasso: scrisse che Presta imponeva velati ricatti alla Rai, tipo «Vi porto un fuoriclasse ma fai lavorare mia moglie Paola Perego» (controreplica via Twitter di Presta: «Grasso, sei un coglione»).

Giancarlo Magalli: parlò pubblicamente della «clausola Perego», cioè «Se vuoi Bonolis prendi anche mia moglie, Paola Perego» (risposta di Presta via intervista: «Magalli è un delinquente»). Barbara d’Urso: lui la chiamò «Suora laica in paillettes che produce orrore in tv», ma adesso hanno fatto pace con photo opportunity su Twitter. E Antonio Ricci: non si sa cosa sia successo ma una volta Lucio Presta ha detto: «Ricci crede di essere il dottore della televisione. Invece è la malattia». Frase-tormentone di Lucio Presta su Twitter: «Buongiorno a tutti, meno uno».

Frasi che piacciono molto a Lucio Presta. «Io so che gli uomini le cose se le risolvono tra loro, i quaqquaraquà se le risolvono in altra maniera». «Io non attacco mai. Proteggo i miei artisti». «Il mercato è mercato». E comunque sono sempre «Cifre fuori dalla realtà». Ma soprattutto: «Sono salesiano. Prima mi vendico, poi perdono». Del resto, è noto, sono soltanto tre le cose che Dio non conosce. Quanti ordini di suore ci sono. Cosa pensano davvero i gesuiti. E quanto sono ricchi i salesiani. E per il resto, come dice il proverbio, «Andare a letto presto e alzarsi Presta, fanno l’uomo sano, ricco e potente». Av salut burdel!

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