Mosca sogna una Wikipedia fatta in Russia, confermando una deriva nazionalpopolare del governo di Putin che in tempi non sospetti definimmo come la trasformazione della Russia in una nazione di Bender.
Il riferimento è al robot della serie fantascientifica “Futurama” che, scacciato da un casinò in malo modo, proponeva con tono irritato di “Aprire un casinò tutto mio, con Blackjack e squillo di lusso! Anzi no, niente casinò, e niente Blackjack…”
Sostanzialmente sostituendo tutti i “lussi” occidentali strappatigli dalle sanzioni o automutilati per un desiderio di revanchismo nazionalsovieticopopolarbolscevico con versioni locali. Spesso dal dubbio risultato.
Mosca sogna una Wikipedia fatta in Russia: “È l’arma del nemico”
Naturalmente ricorderemo nel prosieguo dell’articolo i casi in cui la Russia ha cercato o sta cercando, con risultati assai pessimi, di munirsi di “tarocchi nazionalpopolari” di beni occidentali.
Ci concentreremo per ora sul sogno di una Wikipedia autarchica, versione “soft” dell’iniziale desiderio di chiudere Internet bloccando la Russia dietro una Intranet in stile Nord Coreano.
Apparentemente archiviate le iniziative per una “Internet Russa” apparentemente la censura del Cremlino ha deciso di reagire con la seconda ipotesi possibile, che paventammo già ad inizio conflitto: iniziare il blocco di tutti i siti che possono mettere in crisi l’assai bizzarra ricostruzione della realtà che il governo Russo passa ai suoi cittadini.
Quindi un nuovo spettro si aggira per la Russia, ed è lo spettro di Wikipedia, definita “l’arma del nemico”, un “prodotto ideologico e politicizzato” e che deve essere bloccato.
Non subito però: quando la Russia si sarà premurata di fornirsi di una Wikipedia nazionale.
Il fatto che chiunque possa editare Wikipedia rende improbabile applicare il bavaglio censorio che consente alla Russia di smembrare famiglie e condannare studentesse a dieci anni di prigionia per la colpa di aver criticato il nuovo Zar e “Uomo di Acciaio”.
Semplicemente, se una voce di Wikipedia viene editata da qualcuno che non è a portata di reclusione e sanzioni, ai Russi fedeli allo Zar non resta che imbarcarsi in improbabili “battaglie dell’edit”, il tentativo di modificare le voci sgradite prima che qualcuno le ri-modifichi.
Resta quindi il sogno di una Wikipedia NazionalBolscevicoRussa, magari ricca di informazioni sull’Uomo Pangolino e i fantomatici “biolabs Ucraini pieni di Uomini Occidentali” e i terrificanti supermutanti Ucraini che con ogni dose di vaccino Pfizer acquisiscono nuovi sconvolgenti superpoteri e un feroce odio per la Russia e il suo passato Bolscevico che li porta a fracassare carri armati a mani nude in nome di Bandera ed eroi Russi “superiori a Batman” come Babushka Z, la nonnetta che sventola la bandiera rossa e la Z dell’Invasione Russa e il “Bambino che salutava i carri armati”, un “Saluta Antonio” più bellicoso.
Ma anche informazioni sul famoso “Cromosoma Russo”, cromosoma sovrannumerario che darebbe ai Russi qualità morali e materiali superiori agli occidentali, la storia di come il Cosacco Cristoforo Colombo abbia scoperto l’America trovandovi diversi Nativi Americani Russi oppressi dai Russi arrivati in barca con lui e come la Russia abbia inventato la scrittura, le Piramidi e tutte le altre riscritture creative della storia che ci siamo trovati nella casella delle segnalazioni di quest’ultimo anno di guerra.
Russia nazione di Bender?
Ma dicevamo, non è la prima volta che la Russia cerca di liberarsi del “lusso occidentale” per poi ricrearlo in modo spesso decisamente insoddisfacente.
Dopo il blocco delle esportazioni nel settore tecnologico, la Russia ha cercato infatti di munirsi di una produzione di processori basata su una architettura locale, con risultati tali che la cosa più gentile che si possa dire dei computer basati su Elbrus è che “almeno esistono”.
In un mondo di auto elettriche, l’auto del Cremlino è un “catorcio di stato” senza airbag, ABS, cinture con pretensionatore, EBS, elettronica di bordo, GPS e antifurto satellitare (anche perché chi ruberebbe un affare del genere?) con consumi ed emissioni paragonabili alle nostre euro 0.
Dopo essersi sbarazzati del “decadente McDonald’s” i Russi sono riusciti a sostiuirlo con criticati stabilimenti dagli standard definiti sui social come lontani da quelli della compagnia americana.
I Vkusno i Tochka (“Buono e basta”) hanno infatti sostituito i McDonald’s prendendone i locali e imitazioni del menù originale (tutte le cosiddette “prove che McDonald’s non ha lasciato la Russia” sono video del successore-clone), assieme alle caffetterie “Star” che hanno rimpiazzato gli Starbucks con un logo sospettosamente simile.
Col risultato di ottenere nel primo anno di attività delle perdite misurabili, negate però dalla dirigenza che le attribuisce all’iniziale periodo di chiusura e non al percepito calo di qualità rispetto alla catena americana denunciato sui social.
In ambito videoludico la Russia si è lanciata in una campagna contro Unity, il motore grafico alla base di diversi videogiochi moderni, sognando il “Motore grafico Russo”.
Salvo poi, evidentemente, non riuscirvi dato che Atomic Heart, successo di cassetta della russa Mundfish, criticato a causa della corrente situazione geopolitica, usa l’americanissimo Unreal Engine IV.
Ma non è la prima volta che la Russia tenta di munirsi di “copie ufficiali di cose Occidentali”: il Dendy, la più famosa console videoludica degli anni ’90 Russi è di fatto un Famiclone, un clone made in China del Nintendo NES munito di giochi piratati e venduto, del tutto legalmente, nei negozi Russi.
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