NAPOLI – Quattro stagioni in azzurro dal 1986 al 1990 con 153 presenze e 47 gol tradotti in due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia. L’Udinese da calciatore – e ora da responsabile scouting – prima del Napoli, Andrea Carnevale è ancora incredulo di fronte a una bacheca del genere: «Quando ero a Udine, se l’avessi sognato, mi sarei fatto una gran risata. Tra l’altro, forse non tutti sanno che all’epoca avevo intenzione di rifiutare l’offerta: volevo la Roma, la mia squadra del cuore da ragazzo». Non c’è da riflettere, invece, sulle parole di Gasperini: «Beh, concordo: questo Napoli è migliore del mio».
Meglio ripetere il concetto: il Gasp ha detto che il Napoli di Spalletti sta facendo qualcosa di speciale, con un rendimento anche superiore a quello dei tempi Maradona.
«Direi proprio di sì. A parte qualche piccolo inciampo come la Coppa Italia, siamo di fronte a un Napoli travolgente».
Ma è migliore del suo? Cioè, dei suoi: lei c’era nel 1987, nel 1989 e anche nel 1990. Ha vinto due scudetti, la Coppa Italia e la Coppa Uefa.
«Migliore, assolutamente sì. E non solo per i numeri da record. Il Napoli entra in campo sempre con grandissima determinazione e sicurezza, e quasi sempre riesce a fare quello che vuole. Poi se guardiamo al gruppo, alla rosa nella sua completezza, ci accorgiamo che è superiore al nostro».
Tutto questo basta per sentire sul petto il terzo scudetto?
«Il Napoli è davvero a buon punto ma attenzione: le insidie sono sempre dietro l’angolo. Tutti devono mantenere alta la concentrazione fino alla certezza aritmetica».
Tra poco ricomincia anche la Champions…
«Così com’è, questa squadra non deve temere nessuno e non deve porsi alcun limite. Anche in Europa potrebbe andare avanti».
Tornando al passato. E al presente: quale degli attaccanti di oggi potrebbe ricordare il Carnevale azzurro chioma al vento?
«Riscontro similitudini con Simeone: per un periodo ho fatto la riserva a Giordano e il Cholito, come me, è partito spesso dalla panchina garantendo però estrema efficacia. I suoi gol si sono rivelati preziosi, è un giocatore che stimo moltissimo, un attaccante completo che può fare anche l’esterno: io, pur di giocare, accettai di spostarmi dal centro dell’attacco al versante sinistro».
E Maradona?
«Lui non ha paragoni. Non è neanche lontanamente immaginabile».
Appunto. Un altro Diego non esiste. Però continuando col giochino delle similitudini, quali le balzano all’occhio?
“Devo premettere che quei tre lì davanti, quelli d’un tempo, non sono facilmente imitabili: Maradona, Giordano e Careca insieme erano davvero qualcosa di speciale. Detto questo, e sempre con le debite proporzioni, potrei accostare Kvaratskhelia a Giordano; Lobotka un po’ tra Romano e Fusi; Anguissa a De Napoli o Bagni; Zielinski, che conosco bene dai tempi di Udine, mi ricorda Zola; Kim lo rivedo in Renica, mentre Di Lorenzo forse ha un qualcosa di Corradini. E Rrahmani potrebbe essere Ferrara» .
C’è anche un certo Beto a Udine.
«Ecco, appunto, Beto ha qualcosa di quell’Osimhen che in questo momento è una vera iradiddio».
Può essere da Napoli? Pare che piaccia a Giuntoli…
«Potrebbe esserlo secondo me, ma non c’è stato alcun contatto tra le società».
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