Domenica in missione mediterranea per i due massimi rappresentanti del governo italiano sul fronte della politica estera. Sia la premier Giorgia Meloni che il ministro degli Esteri Antonio Tajani sono infatti attesi da delicate missioni in Nordafrica: direzione politico-economica del tutto simile, ma diversa la destinazione. La presidente del Consiglio è in arrivo oggi ad Algeri, dove avrà diversi incontri tra oggi e domani, mentre il vicepremier è atterrato già ieri sera al Cairo, in Egitto. Il tema principale di entrambe le visite è l’energia, con la necessità di proseguire nello sforzo di diversificazione delle importazioni dopo la rottura con la Russia. Ma sui tavoli degli incontri tanto del Cairo quanto di Algeri si discuterà anche di stabilizzazione della Libia e di controllo dell’immigrazione. «Queste visite si inquadrano nella strategia del governo volta a rafforzare la collaborazione sull’energia — e non solo — con i principali Paesi del Mediterraneo», dichiara Tajani stamattina in un’intervista al Corriere della Sera. «L’Italia ha iniziato a importare volumi di gas dall’Egitto. Le risorse energetiche egiziane sono un’opportunità concreta per rafforzare la strategia di diversificazione degli approvvigionamenti italiani» prosegue il vicepremier. Ma le visite mirano anche a rendere l’Italia quello che già è geograficamente: un ponte tra l’Europa e l’altra sponda del Mediterraneo.
Tajani in Egitto
L’energia «può essere un fattore per favorire stabilità, crescita, e prosperità condivisa nella regione del Mediterraneo orientale», prosegue Tajani. Che sostiene l’approvvigionamento energetico possa fungere da volano per «stabilizzare la Libia» tramite un «coordinamento di tutti i principali Paesi» dell’area – «Algeria, Egitto, Turchia, Tunisia» – che i ministro definisce «vitale». Tajani quindi invoca un patto per la sovranità della Libia, del quale, riferisce, ha parlato al telefono con il suo omologo negli Emirati Arabi Uniti, Bin Zayed. Si tratta di «un impegno congiunto che faccia riprendere il percorso verso elezioni sotto la guida dell’Onu».
Nella sua visita in Egitto, il ministro discuterà anche di sicurezza alimentare alla luce della guerra in Ucraina e più in generale di una «collaborazione economica a 360 gradi». Cardine anche la questione migratoria per la quale si cerca un lavoro congiunto. «La nostra proposta è aprire all’Egitto la possibilità di flussi regolari e legali a patto che siano sempre efficaci contro i traffici illegali», spiega Tajani. Infine, il ministro rende noto che con le autorità egiziane non mancherà di tornare anche sul caso di Giulio Regeni: «Il governo e l’opinione pubblica italiani continuano a chiedere con forza la verità sulla sua uccisione», dice Tajani, che annuncia che ribadirà agli interlocutori che «sono necessari segnali concreti» per l’accertamento della verità. Quanto al caso di Patrick Zaki, invece, Tajani dice che il governo «rispetta la giurisdizione egiziana», ma auspica la revoca delle misure restrittive nei confronti di Zaki, affinché possa tornare a Bologna a proseguire gli studi.
Meloni in Algeria
Nelle stesse ore, Giorgia Meloni si muove in direzione Algeri, dove rimarrà per due giorni, accompagnata dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Dopo l’invasione dell’Ucraina, sotto il governo Draghi, l’Algeria è diventata il primo fornitore di gas per l’Italia, con una capacità di copertura superiore al 40% del fabbisogno nazionale. Conte, Mattarella e Draghi sono tutti stati ospiti nella capitale algerina – segno dell’importanza strategica del rapporto. Meloni è attesa questa sera a cena con il primo ministro, domani dal presidente Abdelmadjid Tebboune. Seguiranno una passeggiata dedicata al fondatore dell’Eni Enrico Mattei e un incontro con gli imprenditori italiani, circa 200 quelli di stanza nel Paese. L’Algeria non è comunque per l’Italia un partner diplomatico “semplice”: è infatti al contempo osservata speciale, specialmente da parte americana, per i rapporti più che amichevoli che intrattiene con Cina e Russia. Con la prima prettamente energetici e di collaborazione sulle infrastrutture; prettamente militari con la seconda, con la Russia che nel 2021 ha fornito caccia militari per 7 miliardi di dollari.
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