Caro Pier Silvio (mi dicono che quest’anno funzioni così, l’anno scorso andavano di moda i comunicati ANSA, mo siamo passati direttamente alle lettere al grande capo), come avrai visto (o forse no, dato che non mi sembri così tempestivo nelle tue reaction, ecco. Un pelino diesel, per essere onesti…) ieri sera si è conclusa la settima edizione del Gf Vip.
Un’edizione partita male e continuata, se possibile, pure peggio. Dal caso Bellavia alle volgarità non solo tollerate ma anche fomentate a favore di share fino alle ultime (discusse) squalifiche. Abbiamo visto questo reality passare da un eccesso all’altro, spesso completamente senza senso, nel giro di mezza puntata. Dacché si condannavano (giustamente) atteggiamenti totalmente fuori luogo e privi di ogni umanità siamo passati allo sfruculiare in presunti triangoli amorosi e nei sordidi segreti del Van gate insinuando (ma non mostrando, ovviamente. Eppure i filmati c’erano…) pur di mettere zizzania tra i Vipponi. Per poi tornare a caz*iarli in prima serata per aver lanciato in aria una stecca da biliardo. Capisci la follia?
E quel tuo tentativo di metterci una pezza in zona Cesarini (anche se dopo cinque mesi avoja a metterci ‘na pezza, stellina…) è stato ancora più surreale, tocca dirlo. Grandi risultati, nel destarti come Biancaneve solo verso la fine del disagione invocando un improvviso decoro e fornendo calze coprenti random, non se ne sono visti. Siamo solamente passati da un’edizione assolutamente cafona ad un epilogo incredibilmente noioso, così, d’emblée. O per meglio dire completamente ad minch*am, visto che pure il latino pare vada di moda st’anno.
L’unica cosa che spero, dopo tutto ‘sto macello, è che questa edizione ti sia servita come monito. E con questo non intendo certo che d’ora in poi i reality debbano venir trasformati in stucchevoli programmi da educande, sia chiaro, anzi. Anche perché in quel caso fidati che a guardarli ci rimarreste giusto tu e Diaco (e nemmeno su questo ci metterei la mano sul fuoco, visto che non mi pare tu sia così ferrato su ciò che va in onda a casa tua. Citofonare al mimo pomeridiano del petting tra Gemma Galgani e Silvio Venturato per la conferma…).
Quale sia il vero problema, qua, mi pare piuttosto lampante (e no, non sono né vestiti scollacciati né qualche sfondone random). Che non è un caso che la situa sia precipitata da tre edizioni a questa parte. Tempistica che coincide – guardate che sincronia! – con l’arrivo di Alfonso Signorini e con il prolungamento sempre più esagerato della durata del reality. Una combo devastante. Perché tra il conduttore abituato, quando succede qualche gravità, a fare figli e figliastri, strigliando alcuni e graziando chissàcomemai altri, e una reclusione che ormai assume sempre più i contorni del sequestro di persona, il disastro era più che annunciato sin dall’inizio.
Cioè, ‘sti poracci stavano tra quelle stesse quattro mura dal DICIANNOVE SETTEMBRE, oh. Sono passati quasi “7 mesi, 5136 ore, abbiamo attraversato 4 stagioni!” (cit.), loro sempre le solite sei facce vedevano e sempre di quelle due dinamiche parlavano. Ma una cattività così eccessiva tirerebbe fuori il peggio persino dai santi, figuriamoci da gente che santa non lo è manco per sbaglio. Ed è discretamente ipocrita scandalizzarsi di fronte a certe scene (seppur oggettivamente penose, s’intende!) che abbiamo visto in questi mesi, quando poi si è stati i primi a decidere SCIENTEMENTE di portare i concorrenti allo STREMO. Se qui non corriamo ai ripari al volo, aggiustando il tiro e soprattutto la durata, la vedo dura per i reality che verranno.
Inutile quindi che ti venga a raccontare, caro PierSy, l’incredibile sollievo che ho provato stanotte quando il sipario è calato sul Gf Vip 7. Di solito in finale, che l’edizione mi avesse appassionato o meno, al momento di spegnere le luci nella Casa spuntava sempre la lacrimuccia e le emozioni avevano la meglio. Quest’anno invece ha prevalso un senso di liberazione che manco il 25 aprile, proprio. Che una volta si guardavano i reality per farsi due risate. Mo nemmeno quelle. E quel clima così pesante che si respirava non solo là dentro ma anche poi sui social (dove manco più dire la tua o fare una battuta era concesso. E’ sempre tutto un’offesa, una sh*tstorm, un “tu non segui il live h24! Non puoi parlare!“… che due mar*ni, posso dirlo?) mi ha così sfiancata che sono proprio contenta che sia tutto finito.
A trionfare è stata Nikita Pelizon, che al televoto finale l’ha spuntata su Oriana Marzoli, seconda classificata, e Alberto De Pisis che si è conquistato il terzo gradino del podio. Ha vinto sicuramente l’educazione (quella a Nikita non è mai mancata, va detto. Nemmeno di fronte a gente che sputava per terra al suo passaggio tra le sommesse risatine di qualcuno…) e un deciso low profile. In quasi sette mesi mai una lite accesa, niente urla, nessun richiamo. C’è chi la vedeva come una fatina ingenua e chi al contrario come un’astuta stratega. Ma Nikita ha risposto sempre a tutto con un sorriso, e questo evidentemente si è rivelato essere la sua arma vincente.
In una serata surreale, iniziata diesel e terminata correndo, senza manco dedicare due parole e mezzo “best moment” a chi è arrivato sul podio, il pubblico ha eletto la sua vincitrice, quindi. Ma personalmente se questo Gf Vip 7 nella mia memoria non farà la fine del Gf Vip 3 (c’è stato davvero un Gf Vip 3? Sicuri sicuri?) sarà soprattutto grazie a Oriana Marzoli e Edoardo Tavassi. Loro che di low profile non hanno avuto proprio nulla, anzi.
Lei non sapevo manco chi fosse, prima del 3 novembre 2022. Lui l’avevo già amato all’Isola 16, dove gli avevano scippato ingiustamente la finale. Sono entrati in quella Casa a giochi già iniziati, quando per molti risulta difficile ritagliarsi uno spazietto in mezzo a dinamiche già avviate, eppure sono riusciti a stravolgere ogni equilibrio. Si sono divertiti, si sono arrabbiati, hanno stretto legami stupendi che si porteranno sicuramente anche fuori di lì, non si sono mai tirati indietro sbroccando ogni volta che qualcosa non gli andava giù, hanno giocato e hanno litigato, hanno sbagliato e ne hanno subito le conseguenze, hanno preso delle cotte che manco loro s’aspettavano, si sono fatti i peggio scherzi e si son beccati i peggio caz*atoni, hanno riso e hanno pianto, hanno fatto invocare chi non li sopportava alla #squalificasubito e hanno emozionato chi invece li apprezzava. Ma sicuramente non hanno lasciato nessuno indifferente.
In un mondo dove spesso il vittimismo e il buonismo pagano, loro si sono concessi il lusso di restare TREMENDAMENTE SE STESSI, sempre. Sono stati, tra tutti, quelli che più si sono messi in gioco in questa edizione. Nel bene e nel male. Perché non mi sembra si siano mai nascosti dietro un dito come han scelto di fare altri, anzi. Oriana che “io non faccio finta di essere una santarellina, non lo sono e non lo voglio essere!” lo ha ribadito fino all’ultimo, del resto. Si sono esposti tantissimo, hanno preso posizioni nette, hanno rischiato e in finale questo rischio l’hanno pagato tutto. Ma se la sono goduta dal primo all’ultimo secondo, da veri e assoluti protagonisti.
Il televoto tra Oriana e Tavassi avrebbe dovuto essere l’ultimo, quello per decretare il vincitore. E invece i soliti pongo meccanismi della finale hanno finito per metterli l’una contro l’altro sin dall’inizio. Ed è stato un vero peccato, perché Edoardo si è speso così tanto, in questo reality, che il podio se lo sarebbe meritato tutto. E Oriana… beh, Oriana è Oriana.
Una che all’ipocrisia ha sempre preferito la schiettezza, a costo di tirarsi la zappa sui piedi da sola. Una che non si è mai risparmiata, tirando fuori il meglio e il peggio di sé senza alcuna necessità di compiacere il pubblico benpensante. E soprattutto una che in questi mesi si è sentita dire DI TUTTO (da “magari non respirasse, magari vomitasse come dico io! Si meriterebbe degli schiaffoni educativi…” a “datele uno shot di benzina che è contenta!“, da “quando guardo negli occhi una ragazza come Oriana penso a una sola cosa: che lei si può fare un giretto, una schiacciatina, una bottarella!” a “Oriana ha voglia di fare una di quelle trom*ate… Ha voglia di lasciarsi andare, è bollita, ha la fi*a bagnata“), ma più provavano ad affossarla più in realtà descrivevano la propria, di pochezza.
Ironica e autoironica, ha saputo dosare empatia e provocazione riuscendo a giocare (era un reality, del resto, mica una missione umanitaria) senza mai piangersi addosso pur di attirare consensi facili. Per quanto mi riguarda di “reina” in questo Gf Vip 7 ce n’era, ce n’è e ce ne sarà sempre una sola. E questo a Oriana non glielo leverà di certo un televoto, ecco.
Di questa finale, oltre alla vittoria di Nikita, resteranno la saggezza di Milena Miconi, l’eleganza di Alberto (a cui è sempre stato dedicato troppo poco spazio, purtroppo), la classe di Giaele De Donà (che finalmente ha potuto riabbracciare il suo Bradford Back. Tipo che io non ho capito una mazza di quello che lui ha provato a dire in italiano, eh, ma ero così contenta per lei!), la dolcezza di Micol Incorvaia (che non avrà una laurea, certo, ma non ha nemmeno nulla da invidiare a nessuno, anzi. E penso che da questa esperienza non potesse aspettarsi di meglio…). E resteranno sicuramente Oriana e Tavassi, i miei MERAVIGLIOSI vincitori (im)morali.
Ma bando alle ciance e tiriamo fuori il Santero, che qua bisogna brindare alla fine dell’edizione più distruttiva di sempre. E alla matematica certezza che l’Isola 17 sarà una passeggiata di salute, in confronto.