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Il Napoli dei tutti per uno

Un lettore mi ha scritto la seguente provocazione: oggi il campionato sarebbe una beffa per il Napoli se lo scudetto fosse deciso dai playoff, come tu auspichi a ogni piè sospinto. In realtà non è così, anzi. Proprio i playoff sarebbero un toccasana in una situazione inedita della classifica, come quella in atto. Per comprenderlo bisogna leggere il regolamento dei playoff in serie B. Questi si disputano tra la terza e l’ottava classificata a condizione che tra la terza e la quarta non ci sia un distacco di almeno 15 punti. Se invece quel distacco c’è, la terza va direttamente in serie A senza i playoff. Adattato alla serie A, il regolamento potrebbe imporre, quale condizione per disputare i playoff scudetto, un distacco inferiore a 15 punti tra la prima e la seconda. Il divario tra il Napoli e l’Inter è oggi di 13 punti. Se confermato alla fine del campionato, non garantirebbe a Spalletti il tricolore senza spareggi. Questo vuol dire che le partite che restano sarebbero disputate dal Napoli all’arma bianca per consolidare la fuga, e dalle rivali per accorciare le distanze. È invece probabile che tra qualche giornata, superati i prossimi scogli, la squadra azzurra abbia di fatto ipotecato il titolo, scoraggiando le inseguitrici dal tentare una inutile manovra di avvicinamento. Il campionato rischia perciò di entrare in un letargo primaverile con un evidente pregiudizio per lo spettacolo. 

Bianchi, Bigon, Spalletti: quale è il Napoli più forte?

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Bianchi, Bigon, Spalletti: quale è il Napoli più forte?

Ecco perché anche in questa situazione i playoff sarebbero la terapia migliore per proteggere la contendibilità dello scudetto. Poi, certo, il distacco richiesto per garantire il titolo senza spareggi potrebbe anche essere stabilito in 12 o piuttosto 10, o 8 punti, in modo da riconoscere e premiare il merito sportivo anche quando non si esprimesse con i picchi da record fatti registrare dal Napoli di Spalletti. Che dimostra sempre più di essere una squadra irraggiungibile. Non solo per la continuità dei risultati, per i cinquantuno gol segnati a fronte dei soli quindici subiti e per i sorprendenti numeri del duo d’attacco Osimhen-Kvara, ma soprattutto per l’egemonia nel gioco, che fa suo contro tutte le avversarie, piccole e grandi. Anche nell’unica sconfitta subita dopo la pausa dei Mondiali, gli azzurri hanno messo sotto l’Inter, salvo poi subire il gol in contropiede sull’unica ingenuità della gara. Ieri a La Spezia il dominio è stato assoluto, anche e soprattutto dopo il gol su rigore di Kvara, replicando un atteggiamento mentale, prima ancora che tattico, che fa del Napoli una squadra vincente: raggiunto il vantaggio, si gioca per il raddoppio, non per difendere il risultato. Perché alla padronanza della tecnica e della tattica, si aggiunge la padronanza delle emozioni, che sono prodotti maturi dell’intelligenza, non pulsioni dell’istinto, e che sono volte, prima ancora che al risultato, al piacere di esprimersi giocando a calcio. Senza questo dominio emotivo non si spiegherebbe l’altruismo del talento georgiano che, a porta ormai vuota, sceglie l’assist che regala a Osimhen il sedicesimo centro, piuttosto che segnare il suo nono. Una squadra così è un’orchestra accordata all’unisono. Il Napoli dei tutti per uno. 

I numeri record di Osimhen, da Haaland e Kane a Cavani e Higuain

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