il-paese-del-giorno-dopo

Il Paese del giorno dopo

(Tommaso Cerno – lidentita.it) – Barcollando come ubriachi fra un caso Cospito e una tragedia in mare, fra una promessa della politica e una realtà di balle e miseria, la democrazia dell’Occidente si accorge di un nuovo male. L’improvvisa incapacità di capire cosa stia succedendo intorno. L’incapacità di prevedere. E, di conseguenza, di prevenire. Da dove viene questo stordimento. E da dove questo stato di shock in cui siamo finiti un po’ tutti. Quello che spiega perché ormai non ci azzecchiamo più su niente. Non ci piglia più nessuno. Tutti con Bonaccini, vince la Schlein. Tutti a spiegare come andrà a finire la guerra, a dare dei traditori a quelli che chiedono pace e muovono dubbi sulla strategia della Nato, finora la peggiore del secolo, e fra droni e scemenze finiamo sull’orlo di una guerra mondiale. Noi siamo il Paese del giorno dopo. Il giorno dopo abbiamo sempre una teoria valida. Il giorno dopo siamo saputi. Il giorno dopo vi spieghiamo tutto noi. Il problema è che è troppo tardi perché come dimostra Giorgia Meloni Presidente del Consiglio, prima donna della storia italiana a guidare un governo, come dimostra l’elezione di Elly Schlein a segretario del Pd, l’Italia la cambiano solo gli italiani. Non la cambiano i politicanti, che ci spiegavano come dovrebbe andare il mondo e stanno riportando l’Occidente indietro di almeno 80 anni, e non la cambiano gli economisti che nell’ultimo decennio hanno contribuito a impoverire milioni e milioni di persone interrompendo, fino a portarle allo stato in cui versano oggi, la vigilia del collasso, le democrazie più avanzate. Ebbene, se è vero il teorema per cui gli italiani sono gli unici a lanciare i veri Vaffa a chi li dirige, spostando la prua del Paese verso il futuro che piace a loro, vedi ad esempio due donne a capo di destra e sinistra elette in un battibaleno quando da un secolo ci martoriavano le palle con discorsi sulle quote rosa e avanti adagio, si ricordino le signore del Palazzo che gli italiani questa guerra non la capiscono più. Gli sembra una grande presa per i fondelli. Gli sembra che le chiacchiere sulle armi inviate per la Resistenza ucraina in cambio della pace siano diventate armi in cambio di una guerra più grande che è alle porte delle nostre civiltà cosiddette democratiche e sta per esploderci in faccia. C’è poco da guardare alle auto elettriche che sostituiranno quelle a motore a scoppio. E c’è poco da preoccuparsi del debito pubblico italiano e dei ritardi del piano di resilienza, che non si attuerà mai. Perché di fronte a noi, mentre ci occupiamo di tali questioni, c’è il nero. Un nero determinato dal fatto che l’unica potenza mondiale che sta tentando di trovare una via per la pace non è la democrazia, tanto invocata, ma la Cina comunista e maoista. Credo non serva aggiungere altro per capire due cose. Perché governa la destra in questo paese. Perché il più grande partito della sinistra ha scelto come segretario qualcuno che non passa la giornata a temperare le matite e mandare sms ai caporali con cui tesse accordi. Il problema è che lo stesso fenomeno avviene nel resto d’Europa. E che fra un anno i cittadini del continente più antico e democratico della storia saranno chiamati a scegliere chi li guida. E per come siamo noi bravi a indovinare credo che potrebbe essere l’ultima volta.

Related Posts

Lascia un commento