Il Consiglio dei ministri di oggi, a Palazzo Chigi, vedrà l’approdo sul tavolo di Giorgia Meloni di un nuovo decreto per l’attuazione del Pnrr. Gli articoli del testo dovrebbero essere una sessantina, il fulcro è la semplificazione delle procedure e l’obiettivo è accelerare sul completamento dei progetti del piano entro le scadenze previste. L’intenzione sembra quella di smembrare lo schema di governance che Mario Draghi aveva pensato, ovvero un coinvolgimento trasversale di sindacati, enti locali, ministeri, cabina di regia. Dalle bozze circolate del nuovo decreto Pnrr, invece, emerge la volontà di accentrare presso la presidenza del Consiglio la struttura organizzativa: nascerà una cosiddetta “struttura di missione”, ripartita in quattro direzioni generali e un coordinatore unico, che offrirà «supporto all’autorità politica delegata per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica».
Il dominus di questa rinnovata regia chigiana sarà Raffaele Fitto, ministro per le Politiche comunitarie. Riguardo ai singoli dicasteri, le unità di missione che rispondono ai dirigenti, incaricati fino al 2026 dal governo Draghi, potranno essere trasferite ad altre strutture: la cabina di regia di Palazzo Chigi, dunque, eserciterà un potere di controllo e, se necessario, di dirottamento delle funzioni rispetto al ruolo dei dirigenti dedicati. Svuotando, di fatto, il principio per cui Draghi volle vincolare i dirigenti alle mansioni relative al Pnrr fino al 2026. Un’altra stretta che dovrebbe rientrare nel decreto riguarda i Comuni. Gli enti locali indietro con l’espletamento degli appalti potrebbero subire un commissariamento sui progetti a essi affidati. D’altro canto, l’esecutivo vuole andare incontro ai Comuni sugli obiettivi che stanno incrociando maggiori attriti, come quelli relativi all’edilizia scolastica: gli enti locali, sotto alcune soglie di spesa, potranno ricorrere ad affidamenti diretti per recuperare il ritardo sulle opere.
Ancora, il decreto per l’attuazione del Pnrr prevederebbe l’istituzione dell’Agenzia italiana per la gioventù, un organo di supporto al Dipartimento per le politiche giovani della presidenza del Consiglio. Infine, nelle bozze del testo che andrà all’esame del Consiglio dei ministri, sarebbero previste anche misure per snellire il percorso per ottenere le autorizzazioni necessarie alla realizzazione di impianti che sfruttano le energie rinnovabili, con particolare attenzione al settore eolico. Tra gli altri punti all’ordine del giorno che riguardano l’erogazione dei fondi europei all’Italia, l’esecutivo avrà modo di esaminare una «relazione sull’attuazione delle politiche di coesione» relative al settennato 2014-2020.
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