Lia Celi è una giornalista e scrittrice. Ha scritto testi satirici per Cuore e Avvenimenti e ha collaborato a programmi tv come “Pippo Chennedy Show”. È stata sposata con il giornalista Roberto Grassilli. Ha quattro figli. Oggi a La Stampa racconta la transizione di Roman: «Parlo per me, madre di un ragazzo trans. Quando Roma mi fece “il discorso” tutto si sarebbe aspettato tranne il mio sguardo sbigottito. Secondo Roman, una madre illuminata come me avrebbe dovuto sapere che la transizione è prima di tutto interiore. L’endocrinologo entra in scena molto dopo e il chirurgo più tardi ancora, o perfino mai». Celi dice che secondo Roman lei non avrebbe dovuto fare una piega nell’apprendere che sua figlia non era mai stata «un adorabile maschiaccio».
La transizione di madre
«Era sempre stata un maschio ma nel corpo sbagliato. Non capiva, e forse non può capirlo nemmeno ora, che per me lo choc non è stato tanto quel che intendeva fare del suo corpo (era maggiorenne e responsabile delle sue scelte). Quanto il dover cambiare di colpo me stessa, il mio sguardo, la mia narrazione e il mio discorso riguardo a lui. Anche retrospettivamente», spiega. Adesso anche lei doveva affrontare la transizione di madre. «Il fratello e la sorella minori, invece, lo chiamavano già con il nome che si era scelto e con i pronomi giusti. Non solo avevano compreso tutto prima di me, ma avevano sempre sentito Roman come un maschio, anche quando aveva i capelli lunghi e il nome di nascita. La loro transizione (perché tutti i membri della famiglia devono farla, a loro modo) è stata più facile della mia».
«Finalmente non sbaglio più pronomi»
La storia è finita bene: «Roman ha terminato il liceo solo quattro anni fa, eppure sembra un’altra epoca. Ma a renderla lontana è soprattutto il fatto che oggi sa chi è e qual è il suo posto nel mondo. Attraverso il Mit di Bologna sta completando la sua transizione e a marzo potrà cambiare i documenti d’identità. Ed era già Roman per il professore con cui in novembre si è laureato». Mentre «vedere finalmente un figlio sereno è una soddisfazione per qualunque genitore. Ancora di più se è studioso, bello come il sole e fidanzato. Però io ho una soddisfazione supplementare: finalmente non sbaglio più pronomi e desinenze. Segno che anche la mia transizione sta procedendo bene».
Leggi anche:
- Adolescenza trans e farmaci bloccanti. Il creator Ethan Caspani: «I miei genitori? Grandi supporter. I medici? Spesso parlano al posto nostro» – L’intervista
- I racconti dei genitori degli adolescenti transgender: «Aiuto mio figlio a diventare una donna, ma ho paura dei farmaci e che se ne penta»
- Stop ai farmaci per bloccare la pubertà negli adolescenti trans? La comunità scientifica si divide: «Proteggono dal suicidio»