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Mancano Infermieri al Nord, al Sud e al Centro è peggio. Occorre liberalizzare la libera professione.

Allarme rosso. Mancano Infermieri al Nord e al Sud e al centro è peggio, per non parlare delle grandi isole italiane. Occorre liberalizzare la libera professione.

Ormai si sprecano gli appelli e gli annunci rivolti all’assunzione di Infermieri in tutta Italia. Ne mancano fino ad 80.000, ma nel nostro Paese non ce ne sono e non se ne trovano nemmeno all’estero. Eppure l’assistenza deve essere garantita, ma nelle condizioni attuali è quasi impossibile farlo al 100% senza influire nell’efficacia, nell’efficienza e nella qualità della stessa.

Qualche giorno fa nel corso di una nostra intervista a Bruno Cavaliere, Dirigente Infermiere e presidente nazionale del SIDMI, si è tracciato il futuro della professione in Italia, che non può non passare dall’allentamento definitivo del vincolo di esclusività per i dipendenti e dalla libera professione.

La libera professione nel campo infermieristico libererebbe tanta forza lavoro che permetterebbe di ridurre notevolmente la richiesta di prestazioni sanitarie nel campo, fino a ridurla definitivamente. Il problema è identico sia al Nord, sia al Sud, passando per il Centro e per le Isole Maggiori.

Negli ultimi tre anni, tuttavia, anche grazie all’avanzamento delle graduatorie nel Meridione e alle stabilizzazioni si è avuta una emigrazione lavorativa al contrario, con gli Infermieri trasferitisi in massa dalle ridenti regioni settentrionali a quelle del Sud, con un depauperamento generalizzato di personale infermieristico nelle principali strutture aziendali pubbliche e private che fino a quel momento avevano fatto da magnete.

Purtroppo la politica e i Governi che si sono susseguiti finora non lo hanno capito e sono caduti nel vuoto gli appelli della FNOPI e degli OPI territoriali. Il Governo in carica, quello di Giorgia Meloni, tuttavia, ha introdotto una novità parziale, ovvero l’allentamento del vincolo di esclusività fino al 31 dicembre 2023, ma solo fino a 32 ore mensili e non vi sono problematiche in materia di carenza di personale inter-aziendale.

Insomma il gatto che si morde la coda, da una parte si permette agli Infermieri di lavorare 8 ore a settimana esternamente all’azienda di appartenenza, dall’altra si impone che deve essere proprio l’azienda ad autorizzare il dipendente a farlo. Con le carenze che ci sono sarà difficile che qualche collega ottenga tale autorizzazione.

Quando si sveglierà la politica? E quando la stessa passerà dalle chiacchiere alle azioni concrete a favore del cittadino? Vedremo.

Leggi anche:

Cavaliere (SIDMI): “ecco come cambierà il ruolo dei Dirigenti Infermieri e delle aree socio-sanitarie in Italia”.

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