«La Russia ha fatto un accordo sui cereali per aiutare i Paesi più poveri, ma il 35 per cento di quei cereali va ai Paesi dell’Unione europea e solo un 3-5 per cento a chi ne ha davvero bisogno». Sono le parole di Vladimir Putin a seguito della decisione di Mosca di sospendere la propria partecipazione dall’accordo del grano, siglato lo scorso 22 luglio e mediato da Turchia e Onu. La decisione del Cremlino è stata presa dopo il bombardamento di quattro navi della Flotta russa del Mar Nero, nel porto di Sebastopoli, in Crimea. Il presidente russo ha poi chiesto a Kiev di garantire la sicurezza del traffico marittimo, sostenendo che l’Ucraina abbia abusato del corridoio per la spedizione sicura dei cereali: «L’Ucraina deve garantire che non ci saranno minacce alla sicurezza delle navi civili». Putin ha aggiunto che gli attacchi avvenuti oggi alle infrastrutture ucraine «sono in parte una risposta all’attacco alla flotta russa a Sebastopoli».
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