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“Qui parte lo stupro”: nei video la frase dell'amico di Mattia Lucarelli, arrestato per violenza sessuale di gruppo – Il Fatto Quotidiano

“Qui parte lo stupro“. Così dice G. B. in uno dei video che sono in possesso della Procura. È uno dei cinque ragazzi indagati per violenze sessuali di gruppo nei confronti di una studentessa americana: Mattia Lucarelli – figlio di Cristiano e calciatore del Livorno – e il suo compagno di squadra Federico Apolloni sono agli arresti domiciliari. Nell’ordinanza firmata dalla gip Sara Cipolla vengono riportate per diverse pagine tutte le espressioni volgari usate dai giovani nel corso delle presunte violenze, mentre la vittima, riassume il gip, “si scagliò” anche contro uno di loro manifestando “il proprio dissenso“. Nell’ordinanza la gip di Milano scrive che gli indagati hanno filmato la vittima “a sua insaputa” e che da questi video emerge “l’incapacità degli indagati di comprendere appieno il disvalore delle proprie condotte, e la conseguente possibilità che gli stessi reiterino nei propri comportamenti delittuosi, convinti della propria innocenza“.

A complicare il quadro indiziario dei due calciatori del Livorno e degli altri tre indagati ci sono soprattutto le immagini trovate sui cellulari della vittima e dei presunti autori. L’episodio risale alla notte tra il 26 e il 27 marzo 2022: la giovane americana, dopo aver ballato in discoteca, aveva accettato un passaggio in auto dai cinque giovani che, invece di raccompagnarla a casa, l’hanno condotta in un appartamento. In quell’abitazione in centro città, secondo l’accusa, la ragazza è stata costretta dal gruppo a subire la violenza. Le modalità con cui è stata compiuta “appaiono particolarmente allarmanti e denotano la spregiudicatezza degli indagati, in quanto risultano suscettibili di essere utilizzate dagli stessi in innumerevoli altri episodi“, scrive la giudice Sara Cipolla che ha accolto la tesi del pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunto Letizia Mannella.

Alcune delle frasi utilizzate nei video, la cui trascrizione viene riportata nell’ordinanza, non sono riportabili. “Se questa chiama la polizia c’inc… tutti”, dice Federico Apolloni in uno dei video registrati dagli stessi giovani nella casa in centro a Milano. In “due occasioni”, spiega ancora il giudice, la ragazza dice “che deve tornare a casa“, ma i “ragazzi non le rispondono”. Sempre negli audio dei filmati si sente la studentessa chiedere in inglese “dov’è il mio telefono?” e poi anche “dov’è la mia borsa?”. Le riprese si interrompono, si legge ancora, dopo le sei del mattino del 27 marzo, quando, a quanto risulta dalla ricostruzione, Apolloni e Lucarelli, lasciando fuori gli altri, si sarebbero chiusi in una stanza per abusare della giovane. I ragazzi negli altri filmati, girati anche all’esterno della discoteca e poi in macchina, quando portano la studentessa in quell’appartamento, parlano sempre in italiano, con espressioni volgari, e le dicono: “Non ci importa … se non capisci”. Un quinto video “mostra chiaramente lo stato di confusione” della vittima, chiarisce il gip, che “non riesce a fare le scale” per salire nell’abitazione. Apolloni, tra l’altro, vuole “impedire che la persona offesa se ne vada, dice agli altri ragazzi di togliere le chiavi della serratura della porta d’ingresso“.

Gli arrestati “potrebbero verosimilmente in altre occasioni approfittare di una giovane ragazza ubriaca fuori da una discoteca per adescarla e portarla presso l’abitazione di uno dei due ragazzi, e quindi ivi abusare della stessa e riprenderla a sua insaputa”, scrive la giudice Sara Cipolla, spiegando così la necessità degli arresti domiciliari per Mattia Lucarelli e Federico Apolloni. “Le modalità e le circostanze dei fatti-reato denotano una spiccata pericolosità sociale di chi è sottoposto a indagini, certamente tale da rendere assai probabile la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi”, si legge ancora nelle esigenze cautelari.

Lucarelli e Apolloni, scrive la gip, secondo quanto emerso hanno “approfittato della stato di alterazione della vittima per portarla in un appartamento a lei sconosciuto, filmarla a sua insaputa, cercando di non farsi scoprire, trattenendola e abusando di lei in gruppo in spregio alle manifestazioni di dissenso“. Dall’ordinanza di custodia cautelare risulta che hanno abusato dello “stato di inferiorità psichica” della studentessa americana che aveva bevuto “dei drink” e che aveva “vuoti di memoria, intervallati da flash“, come lei stessa ha raccontato ad investigatori ed inquirenti. Mattia Lucarelli e Apolloni, fa sapere a LaPresse l’avvocato Leonardo Cammarata, presenteranno richiesta di revocare la misura cautelare degli arresti domiciliari al tribunale del Riesame di Milano. Per la difesa dei giovani non sussistono esigenze cautelari a quasi un anno di distanza da fatti “ancora tutti da chiarire“.

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