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Truffe alle assicurazioni, nel “Sistema” il ruolo determinante dei medici – Senza Colonne News – Quotidiano di Brindisi

di GIANMARCO DI NAPOLI

Il medico legale in servizio all’Inail era talmente importante all’interno del “Sistema” che, quando gli rubarono l’auto, l’avvocato che viene indicato come il capo dell’associazione malavitosa mise in movimento una serie di pregiudicati con l’obiettivo di recuperare al più presto la vettura, a costo di pagare di tasca propria l’eventuale “cavallo di ritorno”.

Ciò che spaventa leggendo il corposo rapporto redatto dai carabinieri della compagnia di Brindisi nell’indagine denominata “Crash”, che vede sino a questo momento 65 persone indagate per una lunga serie di truffe alle compagnie assicuratrici, è proprio l’intreccio tra professionisti sino a questo momento apprezzati al punto da essere da anni consulenti della Procura di Brindisi, e noti criminali con una sfilza di gravi precedenti penali alle spalle.

Di più, si fa quasi fatica a credere che i colloqui intercettati e trascritti in sintesi nel rapporto dei carabinieri, siano reali. Sembra impossibile che quegli accordi in cui i medici coinvolti compiono consapevolmente reati, calpestando la loro stessa deontologia professionale in nome del denaro, vedano protagonisti professionisti insospettabili e fino a qualche mese fa stimati.
Se in cima al “Sistema”, come gli stessi indagati orgogliosamente lo definiscono, c’è un giovane avvocato che di fatto non esercita l’attività legale, e che viene intercettato per decine di volte mentre parla da solo in auto, evidentemente per ripassare ad alta voce ciò che dovrà dire ai suoi titolati complici (consentendo così di fatto agli investigatori che registravano tutto di avere per due volte contezza di ogni singolo falso incidente), due sono i medici centrali della vicenda: l’ortopedico in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino e il medico legale che lavora presso l’Inail di via Palestro.

Gli incontri tra l’avvocato A.N. e l’ortopedico M.S. avvengono in auto, al rione Casale, nei pressi dello stadio. Sono tutti registrati dai carabinieri e corredati da immagini video. Nel corso delle conversazioni il medico, che ha un evidente ruolo di subordinazione nei confronti del “capo”, concorda con lui il giorno in cui dovranno essere redatti i finti certificati medici, gli comunica con precisione i suoi turni in ospedale in modo da mandargli i pazienti taroccati, riceve i documenti che il medico ha già redatto (utilizzando la carta intestata originale dell’ospedale e non fotocopie, come ci tiene a sottolineare con orgoglio in una conversazione) e incassa il denaro in contanti: 350 euro per ogni certificato falso, dai 70 ai 100 euro per il prolungamento della convalescenza.
Tutti veri e propri atti notarili ai fini della quantificazione del danno da parte della assicurazioni perché redatti da un medico di una struttura pubblica.

Tra le decine di conversazioni registrate c’è anche quella in cui l’avvocato convince il medico a coinvolgere la radiologa del Perrino T.C., sua amica stretta, affinché entri a far parte del sistema assicurando così esami strumentali attestanti false ferite o fratture, per rendere ancora più cospicuo il rimborso preteso. Alla radiologa vengono offerti 1.000 euro al mese forfettari per i finti referti. E la professionista accetta.

Anche gli incontri tra l’avvocato A.N. e il medico legale A.C., dipendente dell’Inail, avvengono in auto e pure questi vengono audioregistrati e filmati dai carabinieri. Il dottore, probabilmente quello finora più apprezzato dalla procura di Brindisi che da oltre dieci anni gli affidava le perizie autoptiche più delicate, avrebbe un ruolo apicale nel Sistema e non sembra avere alcuna subordinazione nei confronti dell’avvocato il quale anzi, come avvenuto nel caso del furto d’auto, pare avere tutto l’interesse a tenerselo buono. La competenza tecnica e professionale del medico, che per altro è anche fiduciario di alcune compagnie assicurative, è abbinata alla sua capacità di gestire – per conto del Sistema – i rapporti con gli altri medici.

Dalla telecamera nascosta dai carabinieri nel ambulatorio all’Inail di Brindisi vengono registrati sia i momenti in cui il medico legale riceve la sua parte che quelli in cui egli stesso (confermando il suo ruolo di primo piano, secondo gli inquirenti) consegnerebbe le spettanze ad altri medici, tra cui la collega Inail C.A. e il dottor D.S., dirigente medico presso la direzione sanitaria dell’ospedale di Francavilla Fontana, entrambi fiduciari nominati dalle compagnie assicurative: il loro compito, determinante, era quello di effettuare le visite medico legali conclusive nei confronti dei soggetti coinvolti nei sinistri, indicando nelle relative perizie una concordata e sopravvalutata percentuale d’invalidità al fine di ottenere elevati risarcimenti.
Nelle more delle intercettazione sarebbero emersi anche due casi di corruzione che vedono indagato sempre il medico legale A.C. nelle vesti di funzionario Inail.

Nella prima fascia d’importanza si collocano anche altri medici. Come l’ortopedico in pensione S.S., già in servizio all’ospedale Perrino il quale produce un’enorme quantità di certificati falsi attestanti false patologie, false lesioni e altro. Secondo i carabinieri il suo compenso era di 100 euro per ogni falso certificato redatto.

E il Sistema si era infiltrato, sulla base di quanto ipotizzano gli inquirenti, anche nella clinica Salus dove un altro medico, M.M., direttore dell’unità operativa di radiodiagnostica, eseguiva gli esami strumentali presso la struttura nei confronti dei soggetti coinvolti nei finti incidenti. Anche lui era – secondo i carabinieri – pienamente consapevole che si trattasse di truffe.
Altri professionisti sono coinvolti in maniera più marginale nell’inchiesta.

Ma tutte le accuse dovranno essere vagliata e rimodulate sulla scorta delle dichiarazioni che uno dei medici indagati avrebbero reso nelle vesti di “collaboratore di giustizia” agli inquirenti. E ovviamente sulla base dei risultati delle perquisizioni effettuate poco più di un mese fa dai carabinieri.

(Nelle foto alcuni fotogrammi dei video registrati dai carabinieri su incontri e scambi di denaro e allegati al rapporto che in questo momento è nelle mani dei difensori)

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