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Tutti per Kvara: la sua fiamma riaccende Napoli

A volte bastano decine, centinaia, migliaia di like per lasciarsi alle spalle l’incubo d’una notte e riappropriarsi della felicità smarrita: e si può stare con lo sguardo perso nelle tenebre, ascoltando il bruciore d’una sconfitta che fa ancora male, ma poi è un attimo, il tempo necessario per proiettarsi nell’orizzonte e accorgersi che nulla è profondamente cambiato, soltanto un po’ l’umore, che però può essere raddrizzato. Mentre Lecce si avvicina e il Milan s’allontana, con l’artimetica che sta per esprimere la propria opionione ultima e definitiva, bisogna leggere dentro se stessi o fissare l’obiettivo d’una macchina fotografica che ti sta di fronte e ti osserva e ti inchioda in quell’istante che il Napoli usa come spot per i suoi canali ufficiali. «Kvara ha il fuoco negli occhi. Adoro». Il calcio 3.0 è pure nelle veroniche dei social, in quel «mi piace» di 158.074 che in in poche ore aiuta a dimenticare lo 0-4 e ad inseguire quelle sei vittorie che potrebbero e dovrebbero bastare per poter pronunciare una parola tutta d’un fiato e andarsene in giro a petto in fuori con tanto di scudetto al petto: Kvara ha il fuoco negli occhi e il dribbling avvelenato nella testa, ha quella voglia matta che neppure domenica sera è evaporata, perché i test – la radiografia d’una partita sbagliata – l’hanno salvato, a lui sì, con dati statistici rassicuranti se intorno a sé non fosse capitato ciò che può succedere a marziani tornati per 90′ minuti a comportarsi da umani. Ma quei dati – il “fondo” e l’alta velocità – sono divenuti riferimenti marginali e tali sono rimasti, ovviamente, però hanno rappresentato semplicemente un indizio dal quale ripartire: da Kvara.

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La stella

Per scrollarsi dall’anima il fardello di una domenica bestiale, Kvara diventa un balsamo da spalmarsi sulla fascia sinistra o dove lo porterà il cuore, in un venerdì senza Osi ma pure senza ansia con la quale fronteggiarsi: Lecce è un mondo nuovo, da esplorare con quella sua spudoratezza, con quella faccia da scugnizzo che ti punta, ti salta e crea la superiorit à numerica, con il cinismo di chi ne ha già segnati (complessivamente) quattordici e la generosità di chi ci ha messo altrettanti assist, con chi si è fermato appena domenica, dopo essere stato protagonista in cinque delle nove giornate del girone di ritorno, tre delle quali in trasferta.

Siì, viaggiare

Kvara è quello che non ha paura di tirare un calcio di rigore: e, difatti, dopo averlo sbagliato a Francoforte ha ricominciato a segnarli (a Torino); ed è pure quello che fuori casa si diverte un sacco (gol anche a Verona, all’Olimpico con la Lazio, a La Spezia e a Reggio Emilia con il Sassuolo). Kvara è lo scacciapensieri che riempie gli allenamenti con la sua allegria e poi le partite con quel talento smisurato che rappresenta uno stile, un sorso di benessere e di fiducia mentre sta per cominciare Lecce-Napoli, che non è uno spartiacque. 

Da Leao a Zola

 Kvara è il sentimento d’un calcio intramontabile, una carezza sulla guancia degli esteti come Leao («sono un suo fan»), che domenica sera gli ha chiesto persino la maglietta; e Kvara è nettare per un fenomeno come Gianfranco Zola, un genio che non appena è stato omaggiato con l’inserimento della Hall of Fame del calcio italiano si è confessato praticamente senza freni per esaltare uno dei suoi eredi a Napoli: «Ho un’opinione altissima di Kvara, giocatore tecnico e anche uomo squadra. La sua stagione è un crescendo, ha personalità e non si ferma mai. A me ricorda Gerge Best». Semplicemente: the best! 

De Laurentiis:

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De Laurentiis: “La sconfitta con il Milan non mi preoccupa”

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