Si fanno sempre più chiari i dettagli del decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Nella versione “bollinata” dalla Ragioneria Generale dello Stato, ovvero per la quale sono state verificate le coperture finanziarie, si ribadisce l’obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio nazionale, che verrà comunicato anche sul sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Ci sono pesanti sanzioni per chi non lo rispetterà. Ma torna anche il bonus trasporti di 60 euro e resta la proroga al bonus benzina per tutto il 2023. Smentite, invece, le voci che ipotizzavano un tetto ai prezzi dei carburanti in autostrada, dove – dopo il termine dello sconto sulle accise lo scorso 31 dicembre – si sono visti i rincari più consistenti, che hanno portato esponenti di governo come il ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini a parlare di «speculazione». Per scongiurarla, la Guardia di Finanza intensificherà i controlli lungo tutta la filiera. Confermato, invece, il mancato ritorno del taglio delle accise, che pesava sulle casse dello Stato per un miliardo di euro al mese. Nel frattempo, i prezzi dei carburanti continuano a restare alti, raramente meno di 1,8 euro al litro.
L’obbligo di mostrare il prezzo medio nazionale
Come anticipato, i rivenditori avranno l’obbligo di esporre, accanto al prezzo proposto, anche la tariffa media su base nazionale. Il dato sarà proposto anche sul sito del Mimit. Ancora non sono state definite le modalità e i tempi, che verranno determinate con un decreto non più tardi di 15 giorni dopo quello attuale, e dopo il quale i benzinai avranno a disposizione altri 15 giorni per adeguarsi. Chi non lo farà andrà incontro a multe salate: da 500 a 6.000 euro. E dopo la terza sanzione potrà essere sospesa «l’attività per un periodo non inferiore a sette giorni e non superiore a 90 giorni», si legge nel testo, che indica nella Guardia di Finanza l’organo preposto a svolgere i controlli.
Torna il bonus trasporti del valore di 60 euro da utilizzare una tantum per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto pubblico locale e ferroviario. Cambia, però, la fascia di reddito degli aventi diritto, che passa da massimo 35 mila euro a massimo 20 mila euro. Per l’intervento, vengono stanziati 100 milioni di euro, circa un decimo di quanto veniva speso ogni mese per il taglio delle accise. Il buono sarà nominale, utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento, e non cedibile. Non costituirà reddito imponibile e non servirà conteggiarlo al momento di calcolare il valore dell’indicatore Isee.
Il bonus benzina fino a 200 euro
Confermata nel nuovo decreto anche la detassazione dei buoni benzina fino a 200 euro, che entro la soglia i datori di lavoro potranno elargire ai dipendenti senza che questo costituisca reddito. La misura vale dall’1 gennaio 2023 e si prolunga per tutto l’anno, fino al 31 dicembre. Per quest’anno vengono stanziati 13,3 milioni di euro.
Niente tetto al prezzo della benzina in autostrada
Nei primi giorni di lavorazione del decreto era stata avanzata l’ipotesi che potesse essere imposto un tetto al prezzo del carburante venduto in autostrada, generalmente più costoso di quello venduto nei distributori ordinari. Tuttavia, la potenziale misura ha sollevato dubbi di incostituzionalità e di tutela della concorrenza ed è stata accantonata.