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Francis Ford Coppola licenzia anche scenografa e direttore artistico, il set di Megalopolis nel caos? – Il Fatto Quotidiano

Il set di Megalopolis, l’ultimo film di Francis Ford Coppola, è precipitato nel caos. Secondo Hollywood Reporter, il regista de Il Padrino, oggi 83enne, due settimane fa ha licenziato sia la scenografa del film (Beth Mickle) che il supervisore alla direzione artistica (David Scott). Licenziamento che segue quello dell’intero team di effetti speciali, capitanato dal veterano Mark Russell, avvenuto ai primi di dicembre del 2022. Settori chiavi della produzione di un film sostanzialmente di genere fantastico, in quanto si tratta della storia di un architetto che vuole ricostruire New York dopo che la città è stata distrutta da un evento atmosferico devastante. Coppola inizialmente avrebbe utilizzato una nuova tecnologia di produzione di immagini virtuali simile a quella utilizzata in The Mandalorian, ma poiché i costi di questa tecnica sono molto lievitati, diversi insider dal set del film che si trova ad Atlanta, sostengono che la produzione sta tentando di passare ad un approccio meno costoso (e meno visionario) addirittura tirando in ballo il classico “chroma key”.

Megalopolis è un progetto lungamente inseguito dall’autore fin dagli anni ottanta. La situazione produttiva del film si è sbloccata quando è stato lo stesso Coppola a investire di tasca sua 120 milioni di dollari ricavati dalla vendita delle sue cantine di vino californiano, contravvenendo ad una regola base di Hollywood: non spendere mai i tuoi soldi. Regola che lo stesso Coppola negli anni settanta seguì con grande acume e faccia di bronzo, utilizzando mastodontici budget senza mai far uscire un dollaro dalle tasche. E proprio per questo molti esperti del settore ricordano che questo possibile sforamento di budget e di tempo delle riprese – Megalopolis è giunto a metà degli ottanta/novanta giorni previsti di set – ricordi molto l’epopea produttiva di Apocalypse Now, film che nel 1979 vinse due Oscar ma che, come nella trama del film, spinse produzione e cast ad un debordante e folle discesa agli inferi nel set filippino. Anche nel 1984 la produzione di The cotton club fu piuttosto complicata con Coppola che licenziò diversi membri della troupe in corso d’opera e ancora sul set di Dracula cinque anni dopo cacciò via il direttore degli effetti speciali. Solo che le “vibrazioni” che vengono dal set di Megalopolis non sono delle migliori. Una fonte ha dichiarato a Hollywood Reporter che “Coppola sta spendendo più soldi di quanto previsto. Sarebbe davvero un dramma se non riuscisse a finirlo”. Del resto un rappresentante legale di uno dei licenziati ha parlato dell’allontanamento del suo cliente come una “benedizione” perché aver “lavorato su quel set è stata una follia”.

L’autore de La conversazione sembra comunque procedere come nulla fosse dichiarando ai sindacati di categoria che sta assumendo nuovo personale per sostituire quello cacciato. Nel marzo 2022 Coppola aveva dichiarato proprio a Hollywood Reporter che aveva investito suoi soldi nel film, senza avere ancora un distributore per poterlo fare “autorialmente” a modo suo. Sul set è confermata da diverse foto “rubate” la presenza di Adam Driver, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf e Dustin Hoffman. Ed è proprio Driver, oramai tra le star di serie A del firmamento hollywoodiano attuale, che ha voluto smentire maretta sul set di Megalopolis. “Ma di quale set state parlando?”, ha ironizzato in una nota Driver. “Sono stato su set caotici e questo non lo è per nulla, anzi. L’ambiente creato da Francis è di grande concentrazione e ispirazione. Inoltre od oggi siamo nei tempi previsti dalla produzione e, onestamente, è stata una delle migliori esperienze di set che ho avuto nella mia carriera”. Anche Coppola è intervenuto per commentare l’articolo di THR: “In questi articoli non si citano mai lei fonti, che strano. A loro dico quindi: Aspetta e vedrai. Perché questo è un film bellissimo dovuto a un cast fantastico. Non ho mai trovato prima un cast così laborioso e così disposto a cercare il non convenzionale, a trovare soluzioni nascoste”.

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