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Il buco dell'ozono potrebbe chiudersi in gran parte entro il 2040, se manteniamo gli impegni – Il video

Il buco dell’ozono potrebbe chiudersi intorno al 2040, a patto che si rispettino gli accordi sul clima. Questo è quanto viene riportato da diverse testate internazionali come il The Guardian e il The Washington Post citando un report dell’Onu annunciato lo scorso ottobre 2022. Secondo il tweet pubblicato all’epoca dall’account ufficiale OzoneSecretariat (@UNEPozone), il documento sarebbe stato completato in seguito con ulteriori dati successivamente confermati durante il 103° incontro annuale dell’American Meteorological Society in corso a Denver (Stati Uniti). «Il ripristino dello strato di ozono è sulla buona strada, grazie all’eliminazione graduale e globale delle sostanze che lo riducono» affermano gli scienziati. Secondo le proiezioni, lo strato di ozono potrebbe riprendere i livelli del 1980 in buona parte del globo entro il 2040, mentre solo nel 2066 in Antartide dove la perdita risulta maggiore. Il recupero dello strato potrebbe contribuire a evitare il riscaldamento globale di 0,5°C. Gli autori del report sono consapevoli dell’esistenza di eventuali variabili naturali che potrebbero influenzare i livelli di ozono, come l’eruzione vulcanica al largo di Tonga dello scorso anno, ma sottolineano quanto gli ultimi dati siano un’ulteriore prova dei risultati ottenuti grazie agli impegni portati avanti grazie al Protocollo di Montreal. Il rapporto è stato prodotto sulla base di ampi studi, ricerche e dati raccolti da un ampio gruppo internazionale di esperti dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), della National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti ( NOAA), la US National Aeronautics and Space Administration (NASA) e l’Unione Europea.

Foto di copertuna: Unep.org.

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