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Verso stop a trasferta per due mesi a tifosi di Napoli e Roma. Abodi: i violenti perdono lo status di tifosi.

Scontri tra tifosi della Roma e del Napoli nell’area di servizio Badia al Pino, vicino Arezzo, sull’Autostrada del Sole in un’immagine tratta dal Tgr Rai Toscana: un ferito è stato portato all’ospedale di Arezzo. All’origine degli scontri, secondo quanto si apprende dalla Questura di Arezzo, l’agguato teso da un gruppo di ultrà del Napoli ai romanisti in transito per raggiungere Milano: ne è nato poi un lancio reciproco di sassi e lacrimogeni, 8 gennaio 2023. +++ TWITTER/TGR RAI TOSCANA +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE CUI SI RINVIA ++++ NPK +++

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“Oggi pomeriggio probabilmente firmerò un provvedimento di prevenzione” sulle “trasferte dei tifosi di Roma e Napoli per i prossimi due mesi”.

Lo ha annunciato il ministro Piantedosi, in una conferenza stampa in Prefettura a Trieste.

Piantedosi ha parlato di “qualche provvedimento di prevenzione” non alternativo a misure individuali per i singoli autori – come i Daspo – per i quali è in corso una intensa attività di polizia. “Ma non potrò non fare a meno – ha aggiunto – di considerare un provvedimento generale di ordine pubblico per quanto riguarda le due tifoserie”.

“I violenti, che entrano nella dimensione della delinquenza, perdono lo status di tifosi”: lo ha detto a Parigi, parlando in ambasciata d’Italia con i giornalisti, il ministro dello Sport, Andrea Abodi.

“L’impegno comune degli anni scorsi – ha detto Abodi, nella capitale francese per un evento dedicato alla scherma – ha ridotto drasticamente le problematiche della violenza e i suoi effetti negativi all’interno degli stadi, che molto raramente sono teatro di comportamenti violenti, anche se non dobbiamo mai abbassare la guardia.

Su quello che purtroppo succede fuori – ha continuato Abodi – ho un pensiero molto chiaro: chi diventa violento ed entra nella dimensione della delinquenza perde lo status di tifosi, faccio fatica a chiamarli tifosi perché non lo sono più. Le società ne sono consapevoli, mi auguro che ci sia una collaborazione sempre più stretta affinché ci sia una netta demarcazione fra l’essere appassionato e tifoso e l’essere delinquente, termini inconciliabili fra loro”. (ANSA).

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