Disarmato e con i santini in tasca, il killer della 'ndrangheta aspettava il taxi

Massimiliano Sestito non era armato, era da solo davanti alla stazione della Circumvesuviana e aspettava un taxi. Aveva il documento del fratello che gli somiglia. Attività tecniche e web patrolling hanno portato alla cattura dell’uomo: importante il contributo della sezione catturandi del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli e dei Carabinieri del posto. A Sant’Anastasia c’erano i Carabinieri della tenenza di Cercola.

FONDAMENTALI LE INTERCETTAZIONI

I Carabinieri di Milano con il supporto dei colleghi di Napoli hanno catturato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari a Pero, nel milanese, il 30 gennaio. Il fuggiasco è stato rintracciato e catturato dai Carabinieri presso la Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia. Per catturare il killer sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche secondo quanto spiegato dai carabinieri. Per arrivare al fuggitivo sono stati utilizzate anche il monitoraggio del web e le indagini sulle relazione dell’assassino che si ritiene avesse “coperture” dove è stato arrestato.

UCCISE UN CARABINIERE

Sestito è stato condannato in appello a 30 anni per l’assassinio di un carabiniere, l’appuntato 35enne Renato. Sestito lo ha ucciso il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato. Anche un’altra condanna per l’omicidio di Vincenzo Femia, ritenuto il referente sul territorio di Roma della cosca calabrese Nirta di San Luca, assassinato a Roma il 24 gennaio 2013.  Il 30 gennaio Sestito ha manomesso il braccialetto elettronico ed è evaso dalla casa del padre a Pero in Lombardia. Sestito era stato scarcerato e messo ai domiciliari su decisione della corte di Appello d’Assise di Roma. Il cavo del braccialetto elettronico è stato ritrovato tagliato in due.

Alessandro Caracciolo

Alessandro Caracciolo

Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.

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