Condannati ad evacuare! E’ questa la triste sorte di Casamicciola. 70 persone su quasi 500 in aree a “rischio non gestibile in caso di allerta” hanno chiesto riparo in hotel nelle ultime 48 ore. dopo l’allerta gialla diramata domenica 8 gennaio e prorogata sino a martedi 10 gennaio.La loro permanenza è prevista per due giorni. La maggioranza dei cittadini ha preferito sfidare i bollettini o trovare sistemazione altrove. Senza un piano concreto di messa in sicurezza del territorio, senza soldi per attuarlo non c’è altra realtà all’orizzonte. Si chiamano “misure non strutturali” e rappresentano l’a-b-c del governo del territorio. Le misure, sono la sentenza emessa nei giorni il 26 novembre 2022 con il rapporto sull’evento idrometeorologico redatto dal Centro Funzionale Multirischi di Protezione Civile. Quest’ultimo offre un quadro tecnico e indica il destino di un paese fragile il cui popolo non ha scelte: lasciare casa ad ogni allerta e porre attenzione, però, a dove ci si ripara, perché non c’è angolo dell’isola immune da queste fragilità intrinseche.
L’intervista. Fortuna Senese: Ora Basta!Meritiamo risposte
Fortuna Senese, 50enne, avvocato, insegnate, madre e moglie, è tra le i 70 nuovi alloggiati temporanei. Un dramma nel dramma. L’avvocato Senese prima di essere una sfollata dell’alluvione ha provato il dramma dell’essere sfollati per il terremoto, ha risposto ai dettami delle norme dell’emergenza sisma, ai richiami post ricostruendo si casa, a spese proprie, rientrando nella propria abitazione in via Montecito( Zona rosso sisma, Zona A4 alluvione) senza avere altra scelta o opzione. Fortuna ha seguito le regole dello stato italiano. Oggi rivive l’incubo delle evacuazioni. Oggi dice basta. “Ora Basta!Dateci delle riposte…non se ne può più di queste prese in giro, di questi provvedimenti tampone che vanno sempre a discapito della popolazione che rispetta le regole imposte dallo Stato e sistematicamente è condannata ad una non vita. Non si può continuare ad andare avanti cosi. Entrare ed uscire è l’ultimo dei problemi. Se un luogo è insicuro, lo è sempre, non si può rincorrere un bollettino. Non è tanto l’oggi, ma la mancanza di un domani e di regole certe che ci sta condannando a morire dentro. Non da oggi, ma dal 2017. Io personalmente non sarei tornata a casa mia. Ho dovuto farlo perché non c’è stata riconosciuta la delocalizzazione”spiega la docente che si è detta pronta a tutto, anche ad andar via dalla sua casa natale, purché ci siano dati chiari, mezzi e risposte concrete. E, se le si chiede cosa si prova a vivere con le valige pronte quando si ha un figlio prossimo alla maturità ed un marito soggetto fragile, le lacrime e lo sgomento per questa umanità negata lascia il posto alla rabbia“ Non possiamo essere trattati cosi-dice la donna- Si ha l’impressione che tutti i provvedimenti assunti sino ad oggi siano solo fatti per mettere le carte apposto e parare le responsabilità di chi governa questo paese. Non si percepisce alcuna azione in favore delle gente e del territorio, di sostenere la gente per farla tornare a vivere davvero in un luogo sicuro. Queste evacuzioni, non sono frutto della sciagura, ma della negligenza.La gente è stata messa fuori casa per negligenza.Ci sono delle responsabilità chiare. Nulla è stato fatto per mitigare il rischio, per ricostruire. Quello che sta accadendo a Casamicciola è assurdo.Ci hanno prima condannato a vivere rientrando nelle nostre case, a tornare in quei luoghi e oggi ci condannano a scappare via quando gli fa comodo.Se quel luogo è insicuro delocalezzateci, ma se dobbiamo vivere li, lasciateci in pace. Basta! Dateci almeno serentità nell’affrontare il nostro destino– e sulla contraddizione dei provvedimenti assunti anche nelle ultime ore con la riapertura delle scuole e le strade a rischio aggiunge- Ho ragazzo che si approccia alla vita, da anni va a scuola e studia affrontando mille rischi. Deve sostenere la maturtà. Ha ripreso la scuola che riapre dopo un mese di incertezze in tutti i comuni dell’isola mentre dispongono l’evacuazione. Consapevole che siamo dinanzi a ad una follia e alla contraddizione in termini, ho dovuto lascare che andasse a scuola ad Ischia, partendo dall’hotel di Lacco Ameno, dove siamo alloggiati, con la paura che gli accadesse qualcosa. Non ho avuto scelta. Preghiamo tutti giorni il signore che non gli accada niente. Suo padre, mio marito è un soggetto fragile, mi affido tutti i giorni al signore perché stia bene. Fisicamente siamo provati.Non ce la facciamo più. Non si può vivere cosi. Siamo nel caos. Qualcuno lo ha capito? Adesso è il momento di finirla, devono darci delle risposte!”. Non si può più derogare dalla correttezza istituzionale Fortuna Senese n’è certa e conclude dicendo “Lo stato deve intervenire. Abbiamo rispettato le sue regole, l’allontanamento post evento, la non ricostruzione del paese e le assurdità perpetrate in tutte le emergenze, poi con la Legge Genova ed oggi ci troviamo in mezzo ad una strada e senza un futuro.Se dobbiamo andare via, dateci il modo di farlo. Casamicciola va spopolata, delocalizzata, dobbiamo vivere altrove? Ci sta bene, ma come e con quali mezzi, secondo quali regole? Veniamo ridicolizzati, il nostro dramma viene banalizzato perché nessuno ha le soluzioni e tutti sono impegnati ad emettere giudizi. Tutti rincorriamo la sicurezza prima di ogni cosa. Io più di tutto sono una mamma. Ma non siamo stati messi in condizioni di vivere sicuri di mettere al sicuro i nostri figli. Nessuno di noi cittadini, vittime di questa sciagura è un folle o un pazzo attaccato alle cose, piuttosto che alla vita e al benessere psicofisico dei suoi figli. La verità è che non ci hanno dato niente, nessun alternativa a quelle case che oggi non valgono niente. Chi gestisce questa sciagura appare impegnato, piuttosto, a risolvere il problema di lasciar emergere le responsabilità chi fino ad oggi doveva intervenire, dare soluzioni alla gente e non l’ha fatto! Ho l’impressione che si mettano le carte apposto perché uno non finisca a Pozzuoli e l’altro a Poggioreale. Parliamoci chiaro”.Sui bisogni della gente Fortuna aggiunge: “Noi non abbiano bisogno di elemosine e panettoni, non vogliamo la carità, vogliamo essere cittadini, tratti con dignità.Sono passati 6 anni dal terremoto, un mese e mezzo dalla frana e tutti sfuggono, aggirando le questioni vere.Capisco anche le incertezze di chi ha in mano il destino di migliaia di vite umane. Questo però non può essere più un alibi. Assumetevi la responsabilità di farci vivere, come noi ci assumiamo la responsabilità di essere cittadini rispettosi della legge e delle regole. Che ogni Ovviamente mi rivolgo alle istituzioni e a chi ci governa a tutti i livelli. Continuando cosi stanno mettendo nelle condizioni i cittadini di non rispettare i principi fondanti dello Stato. ”.
Il bilancio del fallimento: 2 Stati di emergenza in 6 anni, 50 milioni di euro, 3000 sfollati senza casa, sua una popolazione di 7700 abitanti
Dopo tutto, dopo tutte le catastrofi, sono venute meno tutte le certezze, le convinzioni coltivate sin qui, ogni regola è stata sovvertita, mentre l’esistenza di un popolo è minacciata senza soluzione di continuità. Ad Ischia le regole del buon governo non esistono. Esiste solo il dramma di poche anime smarrite, il potere e la posizione dominante di chi da questo dramma e da questo smarrimento raccatta incarichi e posizioni di potere. Tralasciando tutto il resto. Il fallimento sul caso Ischia, non è una opinione, è un dato di fatto. 50 milioni di euro, 3000 sfollati senza casa, sua una popolazione di 7700 abitanti, sono la prova del fallimento. È questo il drammatico bilancio che sia giunge alle vittime innocenti, di ben due Stati d’Emergenza dichiarati in 6 anni, 36 milioni di euro per il sisma, a breve poco meno di 15 milioni per l’alluvione, ma senza prospettive di ricostruzione.