Ci è stato segnalato un tweet con un improbabile paragone del vaccino COVID19 con Rotavirus e Suina. Il senso è sempre quello che prevale nelle comunità novax.
Collegare la profilassi antiCOVID a concetti negativi e spaventosi in modo da terrorizzare l’uditorio.
Ma possiamo già passare all’analisi del testo, di dubbio, anzi assoluto zero pregio scientifico.
L’improbabile paragone del vaccino COVID19 con Rotavirus e Suina
L’intera “card” si basa sull’esposizione di tutti gli errori da matita rossa di statistica: numeri gettati via a casaccio senza indicazione del campione di riferimento e delle metodologie, eventi diversi nello spazio e nel tempo trattati come eguali, il tentativo di giustificare una tesi anziché pervenire ad una tesi.
Rotavirus e Suina
La campagna antinfluenzale contro la Suina negli USA fu in effetti macchiata da casi di sindrome di Guillan-Barrè: dei 43 milioni di persone vaccinate negli USA, circa 400 svilupparono la sindrome, 25 delle quali morirono.
Noterete che già il dato rende la “statistica” fornita nella card quantomeno aleatoria e assurda: la campagna vaccinale fu comunque interrotta, anche perché l’Influenza Suina del 1976 era una malattia epidemica e non pandemica (ancorché con un fattore di rischio calcolato del 20% circa di diventare una Pandemia), a tutt’oggi non riusciamo a comprendere cosa sia accaduto in quei casi e, soprattutto nelle stagioni influenzali successive non vi fu più alcun problema.
Come chiunque abbia dei figli sa, esistono vaccini per il Rotavirus affidabili e usati correntemente, con rari effetti avversi superati in gran lunga dai benefici.
Rotashield non è più utilizzato da quando fu collegato a casi di invaginazione delle pareti intestinali. Anche in questo caso le stastistiche fornite nella card sono alquanto casuali. Si perviene a “una reazione avversa grave ogni 5000” partendo da un dato accertato di rischio di ostruzione intestinale isu un fattore di 1/12.000 (cfr. “Diving into the VAERS Dumpster: Fake News about Vaccine Injuries”. Skeptical Inquirer. 42 (6): 28–31)
Arriviamo così a COVID19
Il vaccino COVID19: ma quale vaccino?
La card non si perita neppure di indicare di quale dei preparati tutt’ora in commercio parliamo, e da dove proviene il dato.
Stride però già il dato generale:
Ad Aprile 2022, AIFA indicava chee reazioni segnalate sono state infatti 134.361 su un totale di 135.849.988 di dosi somministrate, pari allo 0,098%. Dato parimenti confermato dal portale dell’americana CDC, che continua a registrare gli eventi avversi evidenziandone percentuali similarmente base.
L’unica spiegazione logica di tutto questo è dunque nell’abuso del VAERS, pratica di cui più volte vi abbiamo parlato durante questa pandemia e che si estende ad ogni ente di farmacovigilanza.
Si basa tutto sul fatto, evidenziato anche da colleghi internazionali, che la farmacovigilanza è un ente passivo: chi ritiene vi siano eventi da esaminare, li segnala.
Ciò non significa che la correlazione vi sia: per farci capire, è la stessa differenza tra urlare al ladro, al ladro! in una stazione e poi scoprire che la persona contro cui avevate puntato il dito si era chinata a raccogliere il suo portafoglio, ma intanto voi siete già andati a casa a raccontare di aver visto i ladri in stazione.
Abbiamo già rilevato come il novax pentito, anestesiologo Jim Laidler, abbia dimostrato la cosa riuscendo a segnalare al VAERS che il vaccino antinfluenzale gli aveva conferito i poteri di Hulk e She-Hulk.
Conclusione
Una “statistica” priva di indicazioni del campione, dei metodi e che paragona eventi diversi nello spazio e nel tempo è sempre inaffidabile. Come per l’improbabile paragone del vaccino COVID19 con Rotavirus e Suina.
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