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Zì Munuzz come 'o stregone in Gomorra: organizzò i summit tra i boss di camorra

Nell’ottobre del 2019 scattò l’operazione della Polizia di Stato che colpì con 23 ordinanze  un clan attivo nella zona di Sant’Erasmo che fece capo a Carmine Montescuro, detto Zi Munuzz’.  Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Dda di Napoli e condotte dalla Squadra mobile, Montescuro avrebbe fatto da mediatore tra i vari clan: cha avrebbe diviso i proventi delle estorsioni, messe a segno anche nei cantieri di via Marina, tra le organizzazioni a seconda della loro importanza sul territorio. A finire in manette furono gli esponenti del clan D’Amico, Rinaldi, Aprea e anche lo stesso Zi Minuzz.

IL RUOLO DI ZI’ MUNUZZ

Un’inchiesta che riguardò lavori al porto, ma anche sull’arteria stradale di via Marina.
Tra i destinatari del provvedimento cautelare vi furono i maggiori esponenti della criminalità  organizzata napoletana. E tra questi Salvatore D’Amico, esponente di vertice dell’omonimo clan di San Giovanni a Teduccio – rione Villa, Ciro Rinaldi e Gennaro Aprea, al vertice degli omonimi gruppi camorristici radicati nella zona orientale della città  di Napoli, Mario Reale, intraneo all’organizzazione denominata clan Reale di San Giovanni a Teduccio, Cozzolino del clan Mazzarella, Stanislao e Antonio Marigliano, esponenti del clan Formicola, radicato nella zona di San Giovanni a Teduccio e segnatamente nel cosiddetto Bronx, Gennaro Caldarelli e Giuseppe Cafiero, attivi nel quartiere delle Case Nuove.

TRA GOMORRA E REALTA’

Zì Munuzz, proprio come faceva ‘o stregone in Gomorra, è riuscito a mantenere gli equilibri tra le varie associazioni, evitando il sorgere di conflitti, e garantendo, al contempo, il regolare svolgimento delle attività estorsive e la partecipazione di tutti ai profitti illeciti, tanto che alcuni collaboratori di giustizia, in virtù della posizione neutrale assunta, hanno indicato S. Erasmo -luogo di operatività  del clan Montescuro come una “piccola Svizzera”.

LA MORTE DI MONTESCURO

Fino al febbraio 2022 è stato il detenuto più anziano della Campania e forse d’Italia, il boss  Montescuro, morto la scorsa notte, all’età di 89 anni, nella sua casa di Napoli. Per gli inquirenti l’anziano capoclan, originario di Sant’Erasmo, è stato una vera e propria “eminenza grigia” della mala napoletano. La scarcerazione in favore della detenzione domiciliare venne disposta dal tribunale di sorveglianza di Napoli in considerazione delle numerose e importanti patologie di cui soffriva. Qualche giorno fa era tornato a casa, in fin di vita, dopo avere trascorso un periodo in ospedale.

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